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Parole

onde

Parole

Troppe

quasi sempre

anche

queste,

ora

 

 

 

le parole,

latrati ridondanti

che riempiono

la paura pura

del vuoto

 

 

 

sporcano di forme

colori e graffi

la meraviglia

cristallina

dello spazio bianco

 

 

 

pugni e calci

per rimarcare

presenze

inutili

 

 

 

slanci dell’ego

che urla

compiaciuto

io, io, io

senza cogliere

l’essenza

dell’assenza

il rumore

delle onde

 

 

 

orme troppo calcate

che non sanno

tacere

lasciare

dimenticare

fluire

 

 

 

odioso

ribadire

che ci siamo

innamorati

del suono

che ci riempie

bocca

e orecchie

 

 

 

proprio io

proprio noi

imbrattiamo

l’aria

di eccessi

o siamo persi

 

 

 

se non conquistiamo

decibel

e byte

e carta

e persone

e amori finiti

potremmo

non essere

 

 

 

le parole

sono i selfie

della lingua

 

 

 

cicatrici

che fanno male

se smettiamo di

parlare

affermare

afferrare

senza ascoltare

accogliere

vedere

 

 

 

e quasi mai

la pura

meraviglia

della musica

nello spazio