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L’importanza di correggere e farsi correggere

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L’importanza di correggere e farsi correggere

A neanche una settimana dall’evento TEDxTorino, Humans in Co, penso alle parole che cominciano con co- e che non sono di immediata comprensione (eccone un’altra cum-prendere, prendere insieme). Non mi riferisco ai vari collaborare, condividere, coesistere ma a correggere. Viene da “cum” e “rigere”, reggere insieme.
In questo momento sembra che correggere qualcuno sia fargli un torto e farsi correggere sia un’accusa di incapacità, un’ammissione di debolezza. Tutte cose intollerabili.
Plotoni di genitori contro gli insegnanti, flotte di studenti contri i professori, squadre intere contro gli allenatori con l’accusa di pretendere troppo, essere severi, esprimere giudizi.
Forse si sta troppo concentrati sull’atto in sé senza la lungimiranza di guardare un po’ oltre. E non perché “le correzioni sono per il tuo bene” ma perché davvero, aiutano a crescere e a migliorare. Aiutano ad essere umili ma non modesti.

 

Viva le correzioni

A me correggono sempre tutti. Penso ai maestri indiani, che demoliscono costantemente il mio ego, che correggono i piedi, e quando impari i piedi le mani e quando impari piedi e mani l’espressione e quando sei a tuo agio con piedi e mani ed espressione correggono le sopracciglia, perché anche loro devono essere espressive se vuoi che il pubblico ti guardi mentre sei su un palco. E hanno ragione.
All’inizio ci stavo male perché pensavo di essere io a non funzionare, pensavo che fosse una accusa alla mia persona il fatto che nulla andasse mai bene. Mi arrabbiavo. Poi sono passata dalla rabbia alla gratitudine. Ho capito che non erano correzioni contro di me ma con me, perché la mia performance fosse migliore, perché fossi più bella e armonica mentre danzo odissi.

 

Correzione vuol dire fiducia

Poi ho scoperto un altro strato: le correzioni esprimevano la fiducia dell’insegnante che io ce la potessi fare. E, nella mia curiosità di imparare e sperimentare sempre, ho iniziato a benedire le correzioni. Se ti correggono, vuole solo dire che qualcuno crede in te. Se nessuno lo fa, vuol dire che non ne vale la pena.
Ed è così sempre. Ogni giorno. Non importa quanta esperienza o anni hai. Ogni volta che scrivo una frase, sono contenta se c’è qualcuno che la corregge. Ogni volta che faccio un passo, può essere migliore, ogni volta che muovo una mano e l’insegnante mi invita a separare meglio le dita, sta solo investendo sulle mie potenzialità. E invece di arrabbiarmi perché non valgo niente posso fare un salto meraviglioso: Tu mi correggi perché vedi una potenzialità. Grazie di avere fiducia in me. Grazie di insistere. Grazie di dirmi “It’s on the way”. Sta arrivando. Ce la possiamo fare.  Insieme. Lo reggiamo insieme. Questo è correggere.