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Torino spiegata ai romani (e non solo): consigli per un week-end.

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Torino spiegata ai romani (e non solo): consigli per un week-end.

Dopo Roma spiegata ai torinesi, ecco Torino spiegata ai Romani.
Prima cosa da fare: ordinare pure un croissant e un cappuccino nel dehors di un bar chiedendo “pardon, dove è la toilette?”.

Benvenuti in questa Torino romantica, elegante, un po’ fané. Squadrata, sabauda, cartesiana, dolcemente provinciale.

Vi capiterà, alla fine delle frasi interrogative di sentire il famoso “neh?”. Viene dal francese “n’est pas?” “Non è vero”. Non vi spaventate, è solo un rafforzativo. La cosa buffa è che lo usano anche i tedeschi (Shönes wetter, näh?) e i brasiliani (Vamos juntos, neh?). Siamo molto cittadini del mondo.

La pianta della città è quadrata. Era una città romana e le è rimasto l’impianto di rete di cardi e decumani. Le vie in un senso portano al Po. Le perpendicolari portano alla Fiat (Lingotto o Mirafiori).

La Mole si vede dai posti più strani. Non la vedi quando sei sotto ma la vedi da via Ormea. Misteri sabaudi. Nella Mole c’è il Museo del Cinema, molto amato soprattutto dai non cinefili perché spettacolare e sorprendente ma poco legato alle origini torinesi del cinema in Italia. Proprio qui sono nati i primi kolossal come Cabiria. I cinefili preferiscono lo statuario del Museo Egizio.

Se si ha sete per strada ci sono i famosi turet, fontanelle verdi scure con il muso del toro, simbolo della città.

Da non perdere i caffè, molto parigini, possibilmente sotto i portici: Mulassano, Baratti e Milano in piazza Castello, Caval ‘d Brons (pronuncia caval ad bruns, non dite caval de bronz, per favore) in piazza San Carlo, se non riuscite a pronunciare andate al Mokita o all’Elena in piazza Vittorio. Per sentirsi in un museo, sorseggiate un tè all’ antica caffetteria di Palazzo Reale. Un’esperienza, fra teche, piatti e argenti preziosi e di altri tempi.

Da fare assolutamente a piedi un giro per piazze: Vittorio, Cavour, Carlina (Carlo Emanuele II), Carlo Alberto fra Biblioteca Mazionale e Museo del Risorgimento, Piazza Carignano con il teatro bellissimo da un lato e Palazzo Carignano con le sue forme sinuose dall’altro. Da non perdere la galleria subalpina.

Torino è città magica, al centro di due famosi triangoli di magia bianca e nera. Polo positivo fra i Dioscuri, le due statue davanti a Palazzo Reale. Polo della magia nera: piazza Statuto. È anche città massonica. Molte case del centro hanno simboli particolari.

Se piace il liberty un giro per ville e case di corso Francia.
Se piace il barocco un giro per chiese del centro. Da non perdere la cupola di Guarini a San Lorenzo.
Se piacciono le auto il Museo dell’Automobile.

La collina. Guardare dall’alto, da Superga ai Cappuccini.

Il Po. Il Parco del Valentino. La passeggiata lungo il fiume. La stagione più bella è l’autunno. Pestare foglie secche guardando i colori caldi degli alberi.

Da gustare. Qui è nato il Punt e mes. Un aperitivo alla Drogheria in piazza Vittorio, le orecchiette fresche a In vino veritas in via Giulia di Barolo, la farinata da Cecchi in via madama Cristina, la pizza ai Sette nani in via Carlo Alberto, dove sembra di mangiare a casa di Biancaneve, un cocktail allo Smile Tree in piazza della Consolata.

Per locali, vita e movida, basta seguire il flusso. Piazza Vittorio o San Salvario, il quartiere più vivace, multietnico e colorato della città.
Se ballate tango siete i benvenuti. C’è un locale giusto per ogni sera.

Se amate i mercati Porta Palazzo è un pezzo di mondi in una sola piazza. E se amate la notte venite verso le 5 del mattino a vedere i banchi che prendono forma.

Se piove ci sono tanti portici. Guardando via Po con le spalle al fiume, tenete la destra: i portici non si interrompono mai perché di qui passava il re.

Torino è città di santi sociali: Don Bosco, Cottolengo, Murialdo ma anche di devozione popolare, di Madonne (Consolata e Ausiliatrice) e di santuari. La collezione di ex-voto alla Consolata vale una visita. Quando si esce bisogna assaggiare il bicerin almeno una volta nella vita il bicerin nell’omonimo locale: beverone di caffè, panna e cioccolato. Ma offre anche splendidi tè per chi vuole stare più leggero.

Dicono che siamo falsi e cortesi. In realtà siamo puntuali, formali, leggermente permalosi, ma in fondo tutti un po’ matti. O almeno ironici. Solo che i portici e le montagne ci hanno tolto un po’ di luce. Torino è spesso grigia ma il suo cuore è colorato. Da scoprire. Poco per volta. Come una bella donna piena di fascino.