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A scuola di burlesque

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A scuola di burlesque

Alcune sono in bilico su stiletti altissimi, l’espressione un po’ sofferente. Altre hanno scelto tacchi alti ma comodi, almeno per ora… Tutte, siamo una quarantina, portiamo lunghi guanti neri. Sfoggiamo bustier che disegnano la vita: finalmente l’occasione per esibire qualche regalo che non osavamo mettere. C’è chi indossa calze e reggicalze, chi boa colorati, piume o fiori nei capelli, rossetti accesi. Mentre aspettiamo che arrivi Roxy Rose, la maestra che ci insegnerà a essere fascinose e sexy, ci guardiamo intorno con aria un po’ imbarazzata. Stiamo per fare una lezione di burlesque, lo spettacolo nato a fine ‘800 in Inghilterra per prendere in giro la borghesia (il nome viene da burla) e oggi esploso come fenomeno di moda: glamour, retrò, malizioso e ironico. Rispetto allo «strip tease», c’è poco «strip», non ci si spoglia del tutto e prevale il «tease» nel senso di solleticare con la seduzione.

Ma ecco Roxy Rose in abito Anni ‘50 bianco punteggiato da ciliegie e paperine; capelli biondi e labbra carminio. Un attimo et voilà resta in calze a rete, corpino con fiocchetto sui fianchi e sul seno e scarpe nere altissime. Ha un fisico di pin-up. La introduce Miss Moony Midnite, abito turchese, acconciatura a onda sulla fronte: «Ecco un assaggio di burlesque: è adatto a tutte, insegna a stare bene con se stesse divertendosi». Speriamo. Ci disponiamo in file e parte la musica, jazz suadente strumentale Anni ‘30. «L’accessorio principale del burlesque è il sorriso». Dice Roxy Rose, accento russo. Proviamo. «Mettetevi in posa da pin-up: piedi vicini, un tallone sollevato e il ginocchio leggermente incrociato sull’altro. Seguitemi».

L’imbarazzo sparisce. La formula è semplice: passi, molleggi sulle ginocchia, incroci, carezze sul corpo e con le «braccia lunghe e belle», colpi dei fianchi che, essendo nella scuola di danza orientale di Aziza (corso Regina Margherita 236, www.centrozaziza.com), ci sembrano naturali. Roxy sa metterci a nostro agio: «Fatemi sentire, parlatemi, fate oh, ah, ah, mettete le mani sulle chiappette, guardate il vostro uomo davanti a voi». Ci vuole fantasia ma il sorriso sta diventando naturale. «Quattro passi avanti muovendo le braccia, non è nuoto, è danza. Fermatevi di profilo ruotate una spalla come Marilyn Monroe piegando le gambe».

Si ripete da capo, sembra di acquisire più confidenza, quelle signore nello specchio siamo noi e stiamo giocando alle maliarde. Fa caldo. Una buona occasione per inserire un passo in cui ci si fa aria con la mano «più convincenti: sudate ma sexy». Arriva lo striptease. Come sfilare il guanto infilando in bocca le dita. «Senza fretta», spiega Roxy. All’inizio i guanti sembrano cadere a caso, ma dopo poco, impariamo a ruotarli con malizia e lasciarli cadere dall’alto come dive. E via il bustino. Si sgancia sul davanti con calma: si apre una metà e poi l’altra, poi tutto con aria di sorpresa «ma non quella dei bambini…». Ci stiamo prendendo gusto. E poi? Le tre ore di lezione sono già finite. Per sapere come proseguire bisognerà aspettare settembre quando nascerà un’ Accademia del Burlesque con incontri mensili su vari argomenti: ventaglio, boa, acconciature, trucco e abbigliamento, can can e charleston.

 

fonte: http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/costume/articolo/lstp/284532/