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Cure alla nostalgIndia: i rimedi naturali che funzionano

krishna

Cure alla nostalgIndia: i rimedi naturali che funzionano

Da Bollywood Party, La Stampa, 13 maggio 2014
http://live.lastampa.it/Event/Bollywood_Party/115886904

Il ritorno dall’India è stato più che traumatico: all’inizio scherzavo, dicevo di essere disadattata, ma in realtà giocavo. Ero carica e contenta. Poi, poco per volta, mi è scesa addosso una cupezza inspiegabile, una pesantezza che rendeva tutto grigio, piatto, inutile. Certo il freddo, il cielo scuro, i colori sbiaditi, quella stagione orrenda in cui fa più caldo fuori casa che in casa e quella in cui io, nata a novembre, sono più lontana dal mio compleanno e dal mio benessere non aiutano. In più la tesi di dottorato fatta secondo le regole dell’accademia dopo la libertà del blog mi stava strangolando.
Mi attorcigliavo nel problema come una mosca che cerca di liberarsi dalla ragnatela e, agitandosi, si trova sempre più avviluppata. Allora, complice qualche consiglio esperto, ho fatto quello che bisognerebbe fare quando ci si arrovella inutilmente: mi sono allontanata un po’ dal voler trovare in fretta e subito una soluzione per stare meglio.

E così facendo, ecco che sto meglio. Ho trovato alcune semplici medicine efficaci in caso di nostalgindia:

1) parla di India più che puoi
Ieri ne ho parlato a 130 ragazzi di Villa San Giuseppe accompagnata da mamma e papà (ex studente del famoso fratel Igino) nipotina e soprattutto da mia sorella che, con la sua simpatia naturale e naif ha intrattenuto brillantemente il pubblico. I ragazzi sono stati attentissimi e hanno depositato le loro domande in una borsina indiana. Abbiamo pescato e risposto in modo da non annoiare troppo e la serata è volata. Ne parlo con amici tutte le volte che trovo qualcuno curioso. Condivido il mio tempo con amiche malate di nostalgindia come me.

2) scrivi di India più che puoi
Ieri ho scritto un pezzo per Unimondo, oggi un pezzo per la rivista dell’aeroporto di Genova. Più scrivo, più mi devo documentare, devo leggere e rielaborare, che si tratti della rivoluzione sessuale in India o di un viaggio solidale in Rajastan. Ora scrivo qui. Più scrivo, più l’India non rischia di scivolarmi dalle mani come sabbia.

3) balla indiano più che puoi
Ogni giorni ripasso le coreografie che ho imparato a Bollywood, due volte la settimana vado a kuchipudi, stile classico, bellissimo. Oggi, prima della lezione di gruppo, mi sono regalata una lezione privata, con la scusa che il saggio è vicino e io ho perso quattro mesi di lezioni mentre ero in India. Bravissima Chitrangee, la mia guru; meravigliosa la danza classica indiana, che è meditazione in movimento, esercizio per l’anima, insieme a corpo e mente. Sabato e domenica prossimi mi lancio in un seminario di Bollywood da me condotto, nel quale insegnerò un paio di coreografie imparate in India. Sono emozionantissima.

4) progetta indiano più che puoi
Propongo incontri, appuntamenti, serate sull’India. Penso a nuovi viaggi e a nuovi racconti. Dal circolo del lettori alla casa del quartiere, dal cap 10100 ai tè con le amiche: ogni occasione è buona per pensare indiano.

5) vivi indiano più che puoi
Si lo so, non bisognerebbe comprare frutta che viene dall’altra parte del mondo. Di solito mangio quella a chilometro zero ma ieri ho ceduto: il mio supermercato sotto casa aveva una mezza papaia meravigliosa (disastro ecologico aggravato da confezione plasticosa). L’ho fatto. L’ho comprata e mangiata. Era buonissima, non proprio come le mie colazioni a Mumbai ma molto vicina. Metto zenzero e curcuma dappertutto, faccio tisane con spezie indiane, mangio lenticchie e riso, in casa e fuori.
Se mi si incricca un muscolo lo coccolo con un massaggio ayurvedico della mia amica Ilaria. Se leggo un libro che non sia dottoratesco, riguarda sicuramente l’India.

E così facendo, l’India che già mi era entrata sottopelle, continua la sua avanzata verso le cellule più interne, quelle del cuore, dei polmoni, della pancia. E io mi sento meglio.