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Zuppe, zucche e pan di zenzero

Il cibo e il vino nei capolavori di Tim Burton

Si comincia con le zuppe che spesso servono a preparare lo stomaco al resto della vicenda come succede in Batman (1989) quando Vicky Vale e (Kim Basinger) e Bruce Wayne (Michael Keaton) sono a cena insieme e sono così lontani fisicamente e affettivamente, da far risuonare i cucchiai nei piatti di porcellana bianca.

La zuppa è un preludio della loro prossima intimità che non tarderà ad arrivare, complice il calore della zuppa e un buon bicchiere di vino. Spesso la zuppa, in quanto miscela di ingredienti uniforme e omogenea si presta a essere la culla ideale dell’ambiguità dell’inganno e quindi dell’avvelenamento come succede nel film in stop-motion Tim Burton’s Nightmare before Christmas (1993): Sally vorrebbe liberarsi del suo carceriere, lo scienziato Finklestein, e prepara una zuppa con il veleno belladonna, alito di rana, per coprire il sapore e porri di ve

Lo scienziato non si fida e la ragazza assaggia un cucchiaio di zuppa. Ma la sua posata è bucata… Si passa poi ai piatti di carne, vero argomento sostanzioso della vicenda.

In Edward mani di forbice (Edward Scissorhands, 1990) tutti i momenti in cui il ragazzo (Johnny Depp) con lame al posto delle mani viene accolto e accettato dalla famiglia e dalla piccola comunità ruotano intorno a piatti di carne. Forse perché a tavola è più facile digerire la diversità.

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È nel rito sociale del barbecue che il ragazzo entra nelle grazie delle desperate housewifes, le signore pettegole e invidiose che con casette tutte uguali ficcanasano una nella vita dell’altra. Le sue mani affilate diventano ottimi spiedini e la sua particolarità un vezzo da esibire.

Altri personaggi altre lame. Come quelle di Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet Street (Sweeney Todd – The Demon Barber of Fleet Street, 2007) che sembra un Edward (sempre Johhny Depp) più adulto, più arrabbiato e molto più vendicativo. Nella sua furiosa sete di vendetta elabora un piano cannibale: uccidere le persone a cui fa la barba per ricavare materiale con cui farcire i pasticci di carne della sua complice Mrs Lovett (Elena Bonham Carter).

La società divora se stessa in un rito macabro e grottesco al tempo stesso. Serve ora qualcosa di leggero e piacevole per dimenticare. Più di una passione, più di una mania. Biscotti, torte, caramelle e fiumi di cioccolato sono una vera ossessione nell’immaginario del regista californiano.

Dal cuore di biscotto, dolce e fragile, con cui è fatto Edward alla torta nuziale fatta di panna e tibie de La sposa cadavere (The corpse bride, 2005), tutto è dolcezza esagerata fino a La fabbrica di cioccolato (Charlie and the Chocolate Factory, 2005), favola ciocco-capitalistica, misantropa e asociale sui vizi della nostra società ipertrofica di cibo, gare, oggetti e tv. Dolci incredibili e fantasiosi come i croccantini piliferi che fanno crescere i capelli o la gomma che contiene un pasto completo dalla zuppa alla torta di mirtilli. Beviamoci su. Flûtes di champagne scorrono in Batman e Batman il ritorno, dove l’inebriante vino francese suggella la diabolica unione fra Catwoman e Pinguino. Martini e whiskey accompagnano le decisioni importanti o si prestano a caricature feroci e divertenti come in Mars Attacks! (1996) e simboleggiano la vivace combriccola dei morti, più allegri e arzilli dei vivi ne La sposa cadavere (The corpse bride, 2005), romantico e meaviglioso film in stop motion sull’amore e il coraggio di amare.

Non può mancare uno sguardo sul cibo prodotto dalle macchine, alcune ingegnose e bizzarre come quella di Pee Wee’s Big Adventure (1985) che con un geniale sistema di leve e congegni stile cartone animato prepara la colazione: un ventilatore aziona una girandola che accende una candela che taglia un filo e lascia cadere l’incudine che attiva le eliche che fanno scorrere un uovo in un flessibile di plastica. Tutto questo solo per preparare i pancake. Ma la macchina è anche quella da cui è nato Edward mani di forbice che ha mani d’acciaio ma cuore di biscotto, per questo così sensibile e friabile.

La macchina della vita diventa poi metafora del cinema stesso, vera fabbrica dei sogni nell’epoca della riproducibilità tecnica.

Completano il nostro menù due consigli esclusivi dello chef. Il primo riguarda il cibo simbolico, che nella cultura americana è il junk food: cibo spazzatura dall’alto cntenuto calorico ma scarso valore nutrizionale. Ne è esempio l’irriverente, caustico e corrosivo Mars Attacks! che si burla dei marziani, senza spessore come le figurine a cui il film si ispira, ma anche del Presidente degli Stati Uniti (Jack Nicholson) e del suo team di scienziati, militari, portavoce e portaborse. Gli unici personaggi risparmiati dalla satira feroce sono gli adolescenti cinici e dark come la figlia del presidente (Natalie Portman) o goffi ed emarginati come Richi (Lukas Haas), il ragazzo che ha il negozio di ciambelle, il Donut’s world, e che salverà il mondo con una semplice intuizione.

L’ultimo tocco dello chef è il cibo magico. La scena più esilarante è in Beetlejuice – Spiritello porcello (1988) in cui un geniale Michael Keaton è un bio-esorcista fissato col sesso in modo sguaiato e volgare. Una coppia di sposini Adam (Alec Baldwin) e Barbara (Gina Davis) muore in un incidente d’auto. Quando i due tornano da morti alla loro villa scoprono che è infestata da una famiglia di vivi, i Deetz, difficilissimi da scacciare. Ecco allora l’intervento sotto varie forme di Betelgeuse, delirante e grottesco. La scena della possessione è un capolavoro di humour apotropaico e carnevalesco. Un mix di risate e paura, emozioni assai vicine, che invita a non prendere troppo sul serio la vita, la morte e tutto ciò che sta in mezzo.

Naturalmente la magia di Alice in Wonderland (2010) con le sue “Torte in su” che fanno crescere e pozioni che rimpiccioliscono completa la visione personale e del regista.Magia del cinema, arte, incanto, poesia. I film di Tim Burton entrano in noi come nutrimento per la parte più sognatrice, fragile, oscura e meravigliosa della nostra psiche e della nostra anima.

Recensione di www.winenews.it

Clicca qui per ascoltare la puntata di Hollywood Party su Radio3 RAI dedicata a Tim Burton