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Mindfulness: diario di elefante da addomesticare. Il mio viaggio nel protocollo MBSR

meditazione

Mindfulness: diario di elefante da addomesticare. Il mio viaggio nel protocollo MBSR

Day 3 Week 5

Pratico dopo colazione in uno stato emotivo abbastanza turbato: sono triste e mi sto chiedendo se la relazione in cui sono mi sta facendo del bene o del male in questo momento. Ho bisogno di un po’ di spazio in più, di silenzio, di pace.

La camminata è segnata da pensieri che vanno e vengono. Nevica e ogni volta che guardo fuori dalla finestra rallento per godermi di più i fiocchi di neve: ognuno diverso, ognuno speciale, come i respiri, come gli istanti.

Quando mi seggo sono ancora un po’ in affanno, vorrei tenere gli occhi aperti e guardare i fiocchi ma se già mi distraggo così, chissà. Comunque li chiudo. Ci sono forti rumori di cantiere. Non sto scomoda neanche sugli ischi perché metto una sciarpa sotto il sedere. Gli appoggi tutto ok, penso che oggi pomeriggio danzerò, il respiro è molto in alto, apicale, nelle clavicole. Lo mando giù ma il cuore punge e lui torna su. Ho le lacrime pronte ma non faccio nessuna fatica a stare, anzi. Sono triste, sto con quello che c’è: tristezza. Non credo sia depressione, è proprio tristezza. So che passerà ma ora c’è. Forse ho anche motivo: negli ultimi tempi ho attraversato tutte le cose impegnative: una separazione, un lutto e un trasloco in una casa nuova e non finita. Il mio lavoro è intermittente e la fatica supera i risultati. Il mio progetto di romanzo va a singhiozzi. La mia relazione è in crisi: io non sto bene e la risonanza con l’altro è tossica. Torno al respiro, non scende, teniamoli lì. Suona poco, la testa si alleggerisce, oscillo, a che punto sarà le neve? Non apro gli occhi, sto, ascolto la voce, è belo farsi guidare. Conforta sapere che non importa se mi sono persa. Ma quanto mi perdo e quanto mi piace. Ogni tanto è quasi euforizzante. Continuo. I suoni, qui è facile, col cantiere intorno. I pensieri. Per un attimo mi sembrano spariti tutti ora che li cerco e invece no, eccoli. Il silenzio in una relazione è l’anticamera della fine? Quante sono le cose non negoziabili per me ora? Sono solo pensieri, non sono io. E la neve ci sarà ancora? Quando faccio la spesa? Certo che ti amo. No non sono più innamorata. Molto bene. Bello il silenzio anche senza voce. Speriamo duri. No, la campana.