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Una vegana carnivora: ossimoro
o schizofrenia?

Una vegana carnivora: ossimoro
o schizofrenia?

Da quando sono allergica al latte, non solo al lattosio ma anche alle proteine del latte, come la caseina che si trova praticamente ovunque, farine, lieviti, mieli, vini bianchi, surgelati, ho una doppia vita. Quando mangio a casa sono vegana (e lì le proteine del latte non ci sono, come non ci sono le uova) e quindi cereali (riso, farro, orzo, pasta ma non tutta va bene), legumi, verdura, tofu, seitan, tempeh e frutta a volontà.
Quando sono fuori o in viaggio mangio pesce (se sono sicura che non sia surgelato) o carne e quindi tagliate, bistecche, picanha alla pietra. Senza burro, ovviamente, è la cosa più semplice e meno a rischio. E insalatone. Insieme a prosciutto e melone (il prosciutto crudo è senza lattosio, tutti gli altri sono a rischio). Questa necessità di mangiare carne quando si è fuori viene dal fatto che molti cereali o verdure sono stati cucinati in modo non sicuro, a volte sono surgelati, imburrati, infarinati o ammollati in qualche salsa o anche solo nel vino.
Più mangio carne fuori e più mi desidero fortemente il cibo vegano.

E qui si apre una discussione complessa. Comunque la si affronti si diventa integralisti: dai diritti degli animali al mangiare cadaveri, dalla necessità di introdurre proteine al piacere della tavola. Io non voglio qui entrare nel merito di scelte personali in cui entrano in campo tradizione, cultura, cucina, etica e salute. Quello che so e che sperimento sulla mia pelle ogni giorno è che quando mangio carne mi sento appesantita, come se il mio corpo ci impiegasse ore a digerire e smaltire il tutto, col risultato che sono più lenta, anche mentalmente. La mia testa è più piena di oggetti ingombranti, fra i quali i pensieri spesso incespicano.
Quando mangio cereali e verdure, mi sento scattante e reattiva, ho pensieri più limpidi e meno contorti, sono meno distratti. Meno rumorosi. Una bella sensazione. Come viaggiare col bagaglio a mano. Leggeri e compatti. Non so se diventerò vegana nel futuro. Ora il mio obiettivo è convivere con questa allergia in modo sereno, senza che le privazioni a cui mi costringe mi deprimano e mi gettino nella tristezza più nera. E esplorare un veganesimo felice e non punitivo come è stato spesso negli anni passati.